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Perché chiudere il parcheggio dentro il Parco del Castello

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In risposta al Sindaco e all’Assessore all’Ambiente del Comune dell’Aquila dei quali riporto il link all’articolo di una testata giornalistica in cui mi si smentisce circa l’inquinamento ambientale del parco del Castello
scarica l’articolo sul comunicato dell’Amministrazione Comunale dell’Aquila
Preciso inoltre che non sono più Presidente di FIAB Pescarabici da quattro mesi.

Non esiste alcuna centralina di rilevazione della qualità dell’aria dell’ARTA nell’area del Parco del Castello.

L’unico punto gestito dall’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente che rileva gli inquinanti dell’aria a L’Aquila è in via Amiternum, secondo le disposizioni di legge, come si legge sul sito dell’ente: ed è vero che lì si registrano i particolati a livelli inferiori di quelli massimi consentiti dalla normativa.

Dove avranno preso il Sindaco e l’Assessore all’Ambiente le rilevazioni effettuate dall’ARTA presso il parco del Castello dal 10 al 16 luglio? Ho chiamato la segreteria dell’Assessore all’Ambiente che non mi ha saputo rispondere. Lo faranno, spero.

Ma, al di là di questo, un flusso veicolare motorizzato che accede un parcheggio di circa 100 posti auto all’interno del parco del Castello, oltretutto a qualche metro da un (bel) parco giochi, è quanto meno inopportuno.
La funzione di parco, quindi di area verde destinata alle persone e ad una migliore vivibilità della città, viene svilita mantenendo quell’accesso alle automobili.

Nel PUMS Piano Urbano della Mobilità Sostenibile approvato dall’Amministrazione Comunale si afferma che “… l’attenzione alle persone, ai loro diritti, ai loro bisogni e alle loro esigenze (salute, sicurezza, lavoro, istruzione, accesso ai servizi, inclusione sociale, tempo libero…) assurge a fine mentre la razionalizzazione del traffico e la creazione di infrastrutture costituisce il mezzo.”
Il PUMS recita anche che “La sostenibilità ambientale…verrà garantita con il graduale potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico accompagnato dalla previsione di incentivi per la riduzione della crescita del parco veicolare”.

Ebbene in tutto il piano strategico, tale è il PUMS, non tende a ridurre il numero di automobili circolanti come si sta facendo in molte parti d’Italia e del mondo, ma si prefigge una “riduzione della crescita” dello stesso.
Eppure, sempre nel documento, ci sono precisi riferimenti a strategie che invece sono funzionali ad una diminuzione delle auto circolanti. Tra gli altri:

Mobility as Service, che definisce la mobilità un servizio per cui c’è sempre meno bisogno di veicoli di proprietà per gli spostamenti per i quali si potranno utilizzare il trasporto pubblico, lo sharing nelle varie declinazioni, la bicicletta e la micromobilità.

il Mobility Management che organizza gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola con il chiaro obiettivo di decongestionare le strade specie nelle ore di punta, particolarmente critiche.

Per applicare davvero la strategia non si dovrebbe “aggiungere” alla mobilità cittadina (e condividere, come dice il PUMS), ma bisognerebbe “sottrarre” alcuni elementi per una maggiore sostenibilità e quindi per una maggiore democrazia degli spazi pubblici che devono tornare in possesso delle persone.

La richiesta quindi di chiudere via P. Iorio e Piazza K. Ulrichs nell’area del parco del Castello può rientrare in una precisa strategia di mobilità.
Ogni parcheggio per automobili è un attrattore di traffico perché tutti, non solo per abitudine, coltiveranno sempre la speranza di trovare un posto libero.
E il servizio navette verso il centro, meritoriamente attivato pochi giorni fa, potrebbe rivelarsi inefficace se non si impedisce l’accesso alle automobili in centro.
Ed anche le ZTL in centro annunciate oggi hanno un orario così limitato che saranno vissute più come una costrizione che come un cambiamento di stile di vita.