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Morire sulle strisce pedonali

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strisce pedonali
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Ancora pedoni investiti sulle strisce pedonali in Abruzzo: a Pescara una persona è morta sul colpo e a Colonnella (TE) una persona è gravissimo in ospedale.
Ci troviamo ancora con un’informazione che falsa la realtà nonostante i giornalisti abbiano l’obiettivo di essere più neutri possibile.

Troppo spesso non lo sono e non lo è la maggior parte di noi quando tendiamo a minimizzare, o addiruttura provare a giustificare, i comportamenti irresponsabili di chi guida un’automobile.

Chi lavora su questo tema quotidianamente ci fornisce innumerevoli ed inequivocabili esempi: Gianni Lombardi con il blog Benzina Zero ed un libro “Come i giornali ed i giornalisti descrivono gli incidenti stradali” e Stefano Guarnieri, Vice Presidente dell’Associazione Lorenzo Guarnieri, che ha curato “Il valore delle parole. La narrazione sbagliata degli scontri stradali“.

L’Osservatorio Pedoni dell’ASAPS Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale segnala che sono stati investiti e uccisi 392 pedoni dal 1° gennaio al 26 novembre 2023, 205 dei quali avevano più di 65 anni. A questo link la mappa con i luoghi di questi investimenti

Torniamo agli ultimi due abruzzesi che ho citato in apertura ed ai relativi articoli usciti su alcune testate locali.

Il povero 76enne passeggiava con il suo cane“: una persona che attraversa le strisce pedonali passeggia? L’uomo, marito, padre, magari nonno, amico di molti, tolto ai suoi cari, alla sua famiglia: immaginate un vostro familiare che esce di casa per una boccata d’aria per rivederlo steso sulla strada, inanimato, coperto da un lenzuolo che, mal posizionato, fa vedere i piedi e le mani. Oppure lo rivedrete in obitorio. Terribile.
Chi guida trasgredendo il Codice della Strada pensa a quale tragedia procurerebbe ad una moltitudine di persone? La risposta è no.

Nella figura 1 l’articolo sul web de Il Centro di Pescara, in cui i soli protagonisti sono il pedone ucciso ed il suo cagnolino. Nulla circa l’investitore.

Figura 1

Nella figura 1 qui accanto l’articolo sul web de Il Centro di Pescara, in cui i soli protagonisti sono il pedone ucciso ed il suo cagnolino. Nulla circa l’investitore.

Potrete leggerlo integralmente presso questo link

figura 2

Nella figura 2 qui accanto idem come sopra. Automobile inanimata e tragedia frutto del caso.

Questo articolo si può leggere integralmente a questo link

figura 3

Nella figura 3 qui accanto si cita il maltempo quasi a giustificare il conducente del veicolo: egregio conducente, se le condizioni sono avverse, potresti stare più attento e andare più piano?

Questo articolo si può leggere a questo link

figura 4

Nella figura 4 qui accanto, nelle pieghe del corposo articolo pubblicato il 26/11/2023 sulla pagina di Pescara de Il Messaggero, si fa cenno ad una possibile responsabilità del conducente dell’auto non prima di aver rimarcato le critiche condizioni meteorologiche. Oltretutto su quella strada c’è il limite di 30 km/h e, dalle foto, risulta evidente il forte impatto che non può essere avvenuto a 30 km/h.

figura 5

Nella figura 5 qui accanto la pagina di Pescara del Il Messaggero del 27/11/2023. Lo stesso autore dell’articolo della precedente figura 4 fa esprimere il Presidente dell’ACI di Pescara circa la sicurezza stradale ponendo l’accento soprattutto circa il rispetto dei limiti di velocità. Ed è stato l’unico giornalista che il giorno dopo ha affrontato il tema della vera causa di quell’investimento stradale.

Non chiamiamolo “incidente” perché la parola fa pensare ad una casualità che invece non è: la violenza stradale non è un caso, è una scelta. Si sceglie di trasgredire le regole della strada, di distrarsi, di prestare poca attenzione, di contare sulle proprie presunte capacità di guida e sul fatto che non capiterà mai a se stessi.

Intanto mogli, figli, nipoti, parenti tutti, amici porteranno un enorme ed incancellabile dolore per le vittime colpevoli solo di andare a piedi e di attraversare la strada sulle strisce pedonali.

La soluzione? Certamente controlli e repressione, ma non possono essere queste che risolveranno il problema. D’altronde l’inasprimento delle pene ha mai diminuito i delitti? L’unico modo è educare le persone fin dalla tenera età, diminuire i veicoli privati a motore sulle strade (con l’aumento contemporaneo del trasporto pubblico), favorire la mobilità ciclistica, creare infrastrutture più adatte ad uno stile di vita più a misura d’uomo.

Non è facile, ma sono sicuro che molte persone affronterebbero volentieri il cambiamento.