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Ops scusa, non ti ho visto!

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foto da Il Pescara, testata giornalistica online

Smettiamola di chiamarli “incidenti”, smettiamola di chiamarli “incidenti tra due veicoli”.

Il vocabolario Treccani definisce “incidente” “…un avvenimento inatteso, una disgrazia anche con conseguenze mortali…”: ebbene sarà opportuno chiamare collisione uno scontro fra due veicoli o, meglio, tra una persona che ne guida uno ed una persona che ne guida un altro. E ci sono delle responsabilità precise nel 99,99% dei casi specie quando il conducente di un’automobile investe una persona che va in bici o un pedone.

“Ops scusa non ti ho visto!” è la frase tipica del conducente di un veicolo a motore quando collide con un conducente di bicicletta oppure quando lo evita per un niente.

Perché non mi hai visto? La risposta è semplice: l’Istat raccoglie annualmente i dati delle autorità di polizia da cui si evince che gli scontri si verificano principalmente per eccesso di velocità, distrazione e mancata precedenza.

Se un veicolo è condotto a 50 km/h lo spazio di frenata è di 35 metri, sempre che il conducente sia vigile, abbia il mezzo in buone condizioni e la strada non sia bagnata o sdrucciolevole.

Perché allora sono necessari i limiti di velocità a 30 km/h nei centri urbani? A questa velocità lo spazio di frenata è di soli 15 metri (stante le condizioni ottimali) dal che è facile desumere che si aumenterebbe la sicurezza e i conducenti avrebbero un angolo di visuale più largo per la minore velocità.

La povera signora in bici investita ieri 20 giugno 2023 da un’automobile a Pescara sembra sia in gravi condizioni: si salverà, lo speriamo vivamente, ma tutte le conseguenze nella vita quotidiana avranno un costo altissimo personale e per la collettività. Provate ad immaginare la convalescenza, eventuali dolori che la signora si porterà per la vita, eventuali menomazioni di tutti i tipi. Potrebbero complicarsi la respirazione o la digestione o la circolazione sanguigna: potrebbe essere condizionata per tutta la vita forse per danni all’apparato locomotore.

Tutto questo può capitare ad una persona investita, ma anche di più: quando non potrà più usufruire di terapie a carico del Sistema Sanitario sarà costretta a sostenere in prima persona le spese, che so, di fisioterapia.

Insomma la fretta per arrivare solo 80 secondi prima, la superficialità con la quale si affronta la strada sono capaci di rovinare la vita di intere famiglie.

Le collisioni stradali, gli scontri non succedono per caso, sono una scelta. Pensiamoci prima perché pensarci dopo non serve a niente.